Sin dal 1903 si parlava dei collegamenti stradali a San Biagio

Articolo giornalistico del 25 marzo 1903 elicitato dal giornale “La Plebe”.  L’autore (sconosciuto) sollecita l’implementazione di una strada rotabile mentre i mezzi di locomozione diventano sempre più perfezionati:

“Ab uno crimine disce omnia. Per l’eco di dolore che ne è giun­ta fino a noi, sappiamo ch’esiste nella nostra Provincia un
paese chiamato S. Biagio Platani, ricco di risorse economiche principal­mente per la feracità del suo territorio, il quale non possiede ancora quell’elementare mezzo di comunicazione che è la strada rotabile. E ciò in pieno secolo XX, fra tanto progredire di civiltà, mentre i mezzi di comunicazione e di trasporto migliorano dappertutto, e le agitazioni si fanno perché la rotaia sia un po’ più larga e la stazione ferroviaria un po’ più vicina, e chi ha la rotabile chiede ed ottiene la strada ferrata, chi il diretto, il direttissimo, mentre altrove già fun­ziona la trazione elettrica e perfino nella lontana e sterile Africa la viabilità va sempre più divenendo perfezionata e completa. Noi comprendiamo le legittime aspirazioni e le legittime prote­ste di quel comune. Quello che noi, pur troppo, non riusciamo a comprendere è come, da un canto, sia potuto, per tanti anni, tollerare uno stato di cose che costituisce un’offesa flagrante alle più elementari leggi dell’equità amministrativa, come non sia, fino ad ora, sentito il dovere di riparare alla più grande ingiustizia distributiva della nostra Amministrazione Provinciale e dall’altro come un paese, che ha visto, per tanto tempo, con una pertinacia degna e miglior causa, calpestare i suoi più sacrosanti diritti, abbia potuto conservare la calma e mantenersi, agitandosi, nel campo della più stretta legalità. Questo stato di cose, semplicemente vergognoso, è giusto che finisca e noi, per quell’altruismo che è la più bella dimostrazione della solidarietà sociale, e che è uno dei capisaldi del nostro programma, sentiamo il dovere di rivolgere una parola incitatrice agli attuali amministratori della Provincia; noi sentiamo il dovere di gridar loro, di profondo dell’animo nostro: Provvedete! Sia, il vostro primo atto, di giustizia riparatrice. Non vedete? I vostri colleghi di Caltanissetta sono andati perfino a cercar denaro in Palermo per la costruzione delle loro strade di serie. Essi han mostrato di comprendere che le questioni di viabilità sono questioni strettamente economiche, che me­ritano tutte le cure dell’amministratore, e reclamano sollecita, im­mediata soluzione. Il dovere di provvedere e il buon diritto del Comune di S. Bia­gio è stato da tutti riconosciuto. Rimuovete dunque gli ostacoli, se ancora ne esistono, fate completare gli studi se ancora ne occor­rono, ma fate in modo che incomincino presto questi benedetti lavo­ri di costruzione così lungamente attesi, provvedete subito e noi plau- diremo di tutto cuore all’opera vostra. In caso diverso agiteremo l’opinione pubblica e non ci stancheremo se non quando sarà resa pie­na e completa soddisfazione a quell’infelice e dimenticato paese.”

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